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  • Vittorio A. Dublino

Un Sistema Olonico nella elaborazione di nuovi paradigmi organizzativi (parte 2)

Una Organizzazione Olonica è una Rete integrata e organizzata di Soggetti (organizzazioni, imprese, individui, etc) capaci di cooperare tra loro mantenendo la propria autonomia in vista di finalità comuni e risultati condivisi

Nel  mio  post  (‘Vivere in un mondo V.U.C.A.”) sottolineavo che l’Umanità è investita da profondi sconvolgimenti, per lo più causati dagli effetti della IV Rivoluzione industriale: l’attuale contesto storico in cui si caratterizzano, in particolare,  i cambiamenti dovuti ai rapidi progressi tecnologici ed informatici, ad una globalizzazione che tende ad abbattere confini ed accorciare le distanze, nell’affermazione della Conoscenza e della Informazione come risorsa critica.

Una capacità efficace ed efficiente  di ‘gestione dei cambiamenti’ richiede di conseguenza la progettazione di nuove forme organizzative, pensate e disegnate allontanandosi da schemi rigidi e gerarchici verso forme più flessibili e collaborative. Oggi  sono molte le strutture organizzative nei diversi campi d’azione che si stanno modificando incrementando flessibilità, decentralizzazione e collaborazione orizzontale per una diffusa condivisione delle Informazioni e della Conoscenza.

Nel bisogno di compartecipare il Sapere, questo si diffonde tra  confini che diventano sempre più labili tra le Organizzazioni;  che si evolvono nella creazione di ‘strutture organizzative capaci di apprendere”:  le cosiddette learning organizations. In queste  si elaborano, si sperimentano e si sviluppano pratiche tese a promuovere la Comunicazione in modo da generare Conoscenze capaci di assicurare all’Organizzazione una migliore capacità di adattamento e di risposta rapida alle sollecitazioni e alle istanze indotte dall’ambiente esterno. Pertanto, mentre l’Organizzazione tradizionale è progettata esclusivamente per operare  in modo efficiente, la ‘Organizzazione che apprende’  non assimila solo concetti ed accresce le proprie Conoscenze, ma mette anche in moto processi di esplorazione e di sperimentazione di nuovi comportamenti, di ricombinazione dei propri patrimoni conoscitivi, per attivare nuove esperienze nella essenziale ricerca tesa allo sviluppo di capacità per risolvere i problemi. L’apprendimento organizzativo è infatti  proprio quel processo di crescita delle conoscenze e delle competenze di una organizzazione, che consente di creare delle situazioni di sinergia, di unione e di moltiplicazione delle forze tre le diverse parti della struttura, in modo tale che  il valore del sistema diventi maggiore della somma delle singole parti.

 

La sfida della complessità si vince allora con la massima condivisione del Sapere, al fine di espandere la conoscenza disponibile attraverso l’interazione con altre Organizzazioni e l’impiego della Conoscenza acquisita, con lo scopo di poterla sfruttare in modo puntuale, rapido e locale,  quando disponibile

 

In questo scenario evolutivo,  la fiducia e la cooperazione  si rivelano cardini  fondamentali su cui si strutturano e prendono forma nuove forme organizzative.  Nel mio precedente post ho introdotto il “Sistema Olonico”.  Questo è un nuovo paradigma organizzativo che è in grado di dare risposte alle sfide del Cambiamento facilitando la creazione di Sistemi tesi ad accumulare ed implementare Conoscenza con lo scopo di saperla sfruttare in modo rapido ed abile. In un modo “talmente abile da organizzare il disordine”, abbracciando il Tutto  mediante la cooperazione delle unità autonome ad esso correlate’.

 

Una struttura Olonica è dunque una Rete integrata e organizzata di Soggetti (organizzazioni, imprese, individui, …) capaci di cooperare tra loro mantenendo la propria autonomia in vista di finalità comuni e risultati condivisi

 

L’uso del termine “Rete” sottolinea il fatto che i Soggetti coinvolti agiscono come nodi di un sistema e stabiliscono un insieme di relazioni per scambiarsi Conoscenza ed Informazioni, know-how, materiali, componenti e prodotti.  Le relazioni tra i vari nodi possono essere di diverso tipo. Una Rete può rimanere una pura forma di accordo finché una sollecitazione esterna (ad esempio un ordine di un Cliente di uno dei nodi)  la “mette in funzione”: a quel punto la Rete genera allora la cosiddetta ‘Impresa Virtuale’, che gestisce il progetto e la produzione dell’output.

In questo caso, le singole parti, pur agendo in totale autonomia, sono tenute insieme da un Sistema inter-intra-Organizzato di infrastrutture che consente loro di agire come fossero un’unica Organizzazione; i singoli membri (gli Oloni) sono tenuti insieme da un complesso di legami che governa di fatto i rapporti tra esse in uno spirito di partnership globale che, talvolta, supera anche i confini geografici dei singoli componenti membri della Rete.

 

Lo scopo fondamentale di un Sistema organizzativo di tipo Olonico non è quello teso alla semplice accumulazione di Conoscenza, piuttosto alla finalità di creare una base di Conoscenza condivisa, di Competenze specifiche, in un quadro generale e di capacità di auto-organizzazione, che guidino e modellino il sistema di percezione degli stimoli esterni, la loro rapida diffusione all’interno del Sistema e la loro trasformazione in azioni concrete finalizzate al perseguimento di obiettivi comuni

 

Come un organismo vivente, il Sistema Olonico non è una semplice aggregazione di Organizzazioni/Imprese-Professionisti e/o Consulenti, di parti di esse o di processi elementari, quanto piuttosto una gerarchia integrata di sottosistemi autonomi costituiti a loro volta da sottosistemi e così via.

Ciascun sottosistema persegue un proprio obiettivo autonomo ma è in grado di allinearsi con tutti gli altri nel momento necessario in cui  si deve perseguire l’obiettivo comune.

Il Sistema Olonico si fonda essenzialmente su due principi:

  1. La doppia cittadinanza

  2. La sussidiarietà

Il primo principio è quello della “doppia cittadinanza”: ogni membro (Olone) appartiene ad un Organizzazione “locale”, sia essa un’impresa o un gruppo sociale e, contemporaneamente, a un sistema più complesso, sia esso una federazione di gruppi e organizzazioni oppure un sistema di business.

Il secondo principio fondamentale è la sussidiarietà: le parti delegano al centro alcuni poteri e funzioni e il centro si mette al servizio delle parti per aiutarle a essere all’altezza delle loro responsabilità e a sfruttare nel miglior modo possibile la grande autonomia decisionale a esse concessa.

Un Sistema Olonico è caratterizzato da:

  1. un sistema di valori condivisi;

  2. una gerarchia autonoma distribuita;

  3. un sistema informativo a rete autonoma distribuita.

Cultura diffusa del miglioramento continuo, trasparenza informativa, propensione al lavoro di gruppo, etica del business e fiducia reciproca sono alcuni tra i valori più importanti che devono permeare la vita all’interno di un Sistema Olonico.

Rispetto ad altri sistemi a Rete,  il Sistema Olonico offre, nell’insieme e a chi opera al suo interno, alcuni vantaggi di notevole importanza tra cui citiamo i più importanti: Rapidità di risposta e Capacità di adattamento.

Il Sistema Olonico è il presupposto più adatto per rispondere rapidamente a segnali di cambiamento, più o meno deboli, provenienti da fonti diverse (interne/esterne) e a trasformarli in attività.

Infatti ogni “olone” (unità del sistema) rappresenta una “antenna” del sistema e comunica “in tempo reale” con tutto il sistema cui appartiene. La Conoscenza si produce, si accumula e si condivide a livello sistemico,  ma viene impiegata a livello periferico.

L’apertura verso l’esterno e la circolazione delle informazioni all’interno mantengono costantemente attivo il Sistema Olonico. Quanto più un sistema è lontano dall’equilibrio statico (che è invece caratterizzato da rigidità organizzativa, burocrazia, scarsa circolazione delle informazioni)  tanto più aumentano le possibilità di auto-organizzazione (self-organization, termine introdotto nel 1947 da Ross Ashby) e di Evoluzione del Sistema.

 

Se si rimuove la testa di un ragno questo morirà, se si recide il braccio di una stella marina, poiché questo Sistema biologico ha un sistema nervoso decentrato, questo non morirà

 

Per facilitare la comprensione del funzionamento di un Sistema Olonico, Ori Brafman e Rod Beckstrom  ci aiutano portando come esempio il funzionamento del Sistema “Stella marina”. Questo Echinoderma ha la sua bocca posta direttamente in corrispondenza del suo stomaco, permettendo alla stella di mare di mangiare piccoli molluschi e crostacei. Per sopravvivere una stella marina deve sempre mantenere il suo corpo a pancia in giù ed è costretta a ribaltarsi ogni volta che le onde la capovolgono. La stella di mare per tornare nella posizione giusta utilizza una delle cinque braccia che, iniziando a muoversi per prima, su e giù indipendentemente dalle altre, assumendo il ruolo di leader, stimola e guida i movimenti delle altre quattro permettendole di tornare in posizione. Il braccio che si muove per primo, assumendo la leadership, non è determinato a priori: la guida del movimento viene presa dal braccio posto nella miglior posizione per consentire all’animale di capovolgersi.

Il medesimo processo avviene anche quando la stella deve muoversi, camminare. Prima i peduncoli ambulacrali presenti in ogni braccio si muovono in modo casuale, poi gradualmente si integrano nel movimento del braccio nel suo insieme.

Questa cooperazione dipende dai centri di attività delle cellule nervose che sono alla congiunzione dei cinque bracci collegati insieme da fibre nervose chiamate “anelli neurali” che si scambiano informazioni,  reciprocamente.

Analizzando il moto della stella marina si è osservato che:

  1. tutte le cellule nervose hanno la stessa natura, funzione e identico status;

  2. tutte le cellule nervose agiscono in maniera autonoma;

  3. esistono dei sistemi d’interazione più forti tra gruppi di cellule contigue, che si trovano sull’anello.

Praticamente, ogni cellula compie azioni individuali e autonome contribuendo, attraverso sottosistemi di relazione più intensa con altre cellule contigue, ai movimenti dell’intero animale.

Ispirati dalla metafora della stella marina, creatura capace di vivere anche senza un sistema nervoso centrale (un cervello), capiamo che allo stesso modo un “Sistema organizzativo sociale” può rispettare il principio di sussidiarietà avendo le caratteristiche di una Rete olonica.

Immaginandola “come una rete complessa di nidi di reti legate tra loro a formare una infrastruttura a rete di un livello superiore.”

I membri possono essere pubbliche amministrazioni e utilities, imprese private e ONLUS, istituti di ricerca e anche i singoli individui, movimenti politici organizzati a livello territoriale; cioè una qualsiasi organizzazione costituita da singoli, squadre, uffici, reparti e così via.

Quale insieme di varie unità operative autonome capaci di collegarsi fra loro velocemente grazie a sofisticati sistemi operativi, si tratta di una rete evoluta poiché viene meno il modello di riferimento della Organizzazione gerarchica centralizzata: una Olarchia.  

Ogni struttura olonica, seppur con un mediatore (o Head), viene rappresentata all’esterno come un’unica entità. La scelta del mediatore può essere realizzata selezionando uno dei membri già esistenti nel sistema come rappresentante dell’olone avvalendosi, per esempio, di una procedura basata sul criterio dell’elezione del rappresentante (voting). È anche possibile creare esplicitamente entità nuove per rappresentare l’olone durante la sua vita. In ambo i casi, i rappresentanti (e soltanto questi) manifestano gli obiettivi comuni dell’olone e negoziano secondo questi obiettivi sia con le altre entità presenti nell’ambiente (StandAlone) e sia con gli stessi membri dell’olone (Part).

È anche prevista la possibilità che un’entità sia parte di più organizzazioni (Multi-Part). I rappresentanti sono chiamati testa o mediatore dell’olone, gli altri partecipanti costituiscono il corpo.

La forza vincolante che tiene insieme la testa e il corpo dell’olone può essere considerata come una forza emergente dall’insieme di impegni, commitments, stabiliti tra di essi. I due ruoli dell’olone richiedono il bilancio di due forze contrastanti: la forza di coesione contro quella di disunione.

Questo bilancio è riscontrabile ad ogni livello risolutivo del Sistema Olonico, in quanto tale struttura prevede una reiterazione dell’organizzazione distribuita nei vari livelli.

Gli oloni interagiscono secondo un preciso ordine gerarchico. Per esempio, in materia amministrativa, due impiegati di dipartimenti diversi comunicano fra loro attraverso i rispettivi responsabili. Le proprietà presentate dagli oloni sono la ragione per cui oggi questo termine è riscontrabile in diversi campi della tecnologia e dell’economia.

Questi concetti ci consentono di introdurre i “Sistemi Multi-Agente (MAS)”, formati da un insieme di agenti che in relazione alle proprie azioni e alla propria percezione del dominio si definiscono autonomi.

Lo sviluppo di sistemi multi-agente efficaci richiede l’impiego di agenti che siano in grado di raggiungere i propri obiettivi in un ambiente incerto e dinamico: per tale motivo, questi agenti devono essere in grado di intraprendere interazioni sociali di alto livello ed operare all’interno di strutture flessibili ed organizzate. Spesso gli agenti sono limitati nei propri comportamenti di comunicazione, in quanto questa tipologia di struttura presuppone una coordinazione anticipata degli agenti stessi.

Al paradigma della programmazione ad agenti sono aggiunti concetti quali la “ricorsione”[1] e la “modularità”[2], peculiari della definizione di olone: in un Sistema Olonico, un agente può mostrarsi come una sola entità al mondo esterno ed essere composto da molti agenti e viceversa, molti agenti possono decidere di congiungersi in un’unica struttura organizzata per formare un “super-agente” e agire all’interno del sistema come una singola entità.

In un Sistema Olonico un’entità centrale accetta un task, lo suddivide in vari sub-task che distribuisce agli agenti di cui è formato. Questi agenti, che possono essere identificati come problem-solvers, producono soluzioni per i sub-task che gli sono stati assegnati e inviano le soluzioni al risolutore centrale, il quale assembla le soluzioni ricevute in una soluzione complessiva per il task originale.

Una struttura sociale (cioè l’insieme di regole sociali) specifica la posizione che un agente occupa in una organizzazione. In strutture sociali di tipo gerarchico, spesso ad una specifica posizione dell’agente corrispondono precisi privilegi e/o responsabilità.

Le società (associazioni di scopo) possono essere composte sia al momento della progettazione (design-time) che dinamicamente durante l’esecuzione del programma (run-time). All’interno delle strutture MAS, tuttavia, possono verificarsi dei “guasti” (i.e. errori di over-confidence), che possiamo identificare in due differenti categorie:

  1. Posizione Sociale: questo guasto riguarda l’appartenenza di un agente ad una organizzazione sbagliata, che determinerà una posizione sociale errata; la principale conseguenza consiste nel fatto che l’agente si colloca nel gruppo sociale sbagliato per i suoi obiettivi (quelli che gli vengono imposti in fase di design time), che lo porterà ad avere dei comportamenti non proficui e/o evidentemente in contrasto con quelli da lui attesi.

  2. Violazione di regole sociali: nella realizzazione di un MAS si suppone che ogni singolo agente rispetti le regole che governano l’organizzazione cui appartiene. L’esempio più banale è quello di un agente che nel corso di un’asta eviterà di effettuare un rilancio per un ammontare di denaro superiore a quello che gli è consentito spendere o di cui dispone per il pagamento. Quando un agente non rispetta le regole di un’organizzazione, il guasto relativo viene definito “Violazione delle regole dell’organizzazione”.

Con lo scopo di ridurre il verificarsi di “guasti” che possono arrecare danni all’intero Sistema è necessaria la scelta di un Mediatore (Head) o Facilitator [3], che sia guidato nel suo agire nel Sistema da una visione olistica, approcciando i problemi con metodologie multi-interdisciplinari.

 

Note 

[1] La ricorsione (recursion) è una tecnica di programmazione molto potente, che sfrutta l’idea di suddividere un problema da risolvere in sottoproblemi simili a quello originale, ma più semplici.

[2] Un “modulo” può essere definito in molteplici modi, ma di solito si tratta di un componente di un più vasto sistema, che opera in quel sistema indipendentemente dalle operazioni di altri componenti.

[3] Un Facilitatore è un Entità che permette ai gruppi e alle organizzazioni di lavorare in modo più efficace, di collaborare e creare sinergie. Un Facilitatore è per definizione “Parte Neutrale al Contenuto”, cioè non prende le parti o sostiene un punto di vista nel corso delle riunioni, è in grado di sostenere procedure eque, aperte ed inclusive per rendere efficace ed efficiente il lavoro del gruppo. Un facilitatore può anche essere fonte di apprendimento o assumere il ruolo di guida al dialogo tra le parti), assistendo il gruppo a pensare profondamente al cuore dei processi e al contesto, introducendo presupposti, nuove credenze e valori (Kaner: 2007: XV)”,  attivando nuove Conoscenze (Knowledge activisim).

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