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  • Vittorio A. Dublino

Il Patrimonio Culturale non è solo Pizza e Pietre

Il 17 ottobre del 2003, a Parigi, con l’adozione della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (Intangible Cultural Heritage), si riconosce che: “gli accordi, le raccomandazioni e le risoluzioni esistenti relative ai beni culturali e naturali necessitano di essere effettivamente arricchiti e completati per mezzo di nuove disposizioni relative al patrimonio culturale immateriale”




Nel marzo del 2016 il Comune di Napoli ha istruito la domanda all’UNESCO per l’ammissione alla protezione della maschera di Pulcinella tra i Beni Immateriali patrimonio dell’Umanità.




Nel frattempo, recentemente è stata accolta dall’UNESCO la domanda di riconoscere la Pizza Napoletana  Patrimonio dell’Umanità.

I Patrimoni dell’Umanità sono tanti, così come i generi che si distinguono.


Il 17 ottobre del 2003, a Parigi, con l’adozione della Convenzione per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (Intangible Cultural Heritage), si riconosce che: “gli accordi, le raccomandazioni e le risoluzioni esistenti relative ai beni culturali e naturali necessitano di essere effettivamente arricchiti e completati per mezzo di nuove disposizioni relative al patrimonio culturale immateriale”

La Convenzione evidenzia ancora di più il crescente interesse nei confronti degli aspetti immateriali della cultura quali fattori principali della diversità culturale e la profonda interdipendenza fra patrimonio culturale immateriale, patrimonio culturale materiale e beni naturali. La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale nasce con l’esigenza di dar vita ad uno strumento – inesistente fino al 2003 – sia di tutela che di consapevolezza, soprattutto fra le nuove generazioni, riguardo l’importanza di queste risorse identitarie.

L’art. 2 di tale Convenzione definisce il Patrimonio Culturale Immateriale come:

“le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale”

Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. Ai fini della presente Convenzione, si terrà conto di tale patrimonio culturale immateriale unicamente nella misura in cui è compatibile con gli strumenti esistenti in materia di diritti umani e con le esigenze di rispetto reciproco fra comunità, gruppi e individui nonché di sviluppo sostenibile”



 Ciò dato, l’UNESCO evidenzia che

i Patrimoni Culturali non sono solo i monumenti e le collezioni di oggetti. Piuttosto comprende anche le tradizioni o le espressioni di vita ereditate dai nostri antenati e trasmesse ai nostri discendenti

Nei Patrimoni Culturali Intangibili rientrano dunque le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti, le feste , le conoscenze e le pratiche concernenti la natura e l’universo o la conoscenza e le competenze per la produzione tradizionale e l’artigianato. Poiché fragili, i Patrimoni Culturali Immateriali sono un fattore importante nel mantenimento delle diversità culturali di fronte alla crescente globalizzazione. La comprensione dei patrimoni culturali immateriali di comunità diverse, aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco per le altre forme di vita. L’importanza attribuita al patrimonio culturale immateriale, non è la manifestazione culturale in sé, piuttosto il patrimonio di conoscenze e di competenze che si trasmette da una generazione a quella successiva. Il valore sociale ed economico di questa trasmissione della conoscenza è rilevante per le minoranze e per i gruppi sociali tradizionali all’interno di uno Stato, ed è importante per lo sviluppo degli Stati stessi, anche quelli più sviluppati.

Il Patrimonio Culturale Immateriale è:

– Tradizione e contemporaneità vissuti allo stesso tempo: i patrimoni culturali immateriali non rappresentano solo le tradizioni ereditate dal passato, ma anche le pratiche rurali e urbane contemporanee a cui diversi gruppi culturali prendono parte;

– Inclusività: possiamo condividere espressioni dei patrimoni culturali immateriali che sono simili a quelli praticati da altri. Che si tratti della Cultura del vicino villaggio, di una città dal lato opposto del mondo, o adattata da popoli che hanno migrato e si sono stabiliti in una regione diversa da quella d’origine, sono tutte espressioni di patrimoni culturali immateriale: queste sono passate da una generazione ad un’altra, si sono evolute in risposta all’ambiente e contribuiscono a darci un senso di identità e di continuità, fornendo un collegamento con il nostro passato, attraverso il presente, verso il nostro futuro. Il Patrimonio culturale immateriale non dà luogo a questioni di se oppure non, certe pratiche sono specifiche di una cultura. Esso contribuisce alla coesione sociale, favorendo un senso di identità e di responsabilità, che aiuta le persone a sentirsi parte di una o di diverse comunità e di sentirsi parte della società in generale

– Rappresentatività: il patrimonio culturale immateriale non è solo apprezzato come bene culturale su basi omogenee per la sua esclusività o per il suo valore eccezionale. Questo   vive e si alimenta della base propria della sua comunità e dipende da coloro la cui conoscenza delle tradizioni, delle competenze e dei costumi tramanda di generazione in generazione al resto della comunità, o ad altre comunità;

– Basato sulla comunità: il patrimonio culturale immateriale diventa patrimonio, “quando è riconosciuto come tale dalle comunità, dai gruppi o dagli individui che la creano, la mantengono e la trasmettono; senza il loro riconoscimento, nessun altro potrà decidere, per loro, che una data espressione o una pratica è in effetti l’eredità da tramandare.”

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