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  • Vittorio A. Dublino

Stiamo per iniziare



Dopo 12 mesi di studio e ricerca impegnati nella definizione di una una mission e una conseguente strategia attuativa, in riunioni per spiegare l'idea progetto e nella necessaria ricerca e selezione dei primi potenziali Membri del proponente nucleo fondatore della "APS CARABINIERI 4.0", finalmente siamo pronti ad avviare la fase di start-up con la costituzione del Comitato Promotore dell'Impresa sociale, atto propedeutico alla sua definitiva fondazione.


Primo passo è l'allestimento di questo sito per iniziare a 'comunicare'. Introduciamo questa rubrica con un aneddoto che forse ci può aiutare a far capire al Pubblico che ci legge le nostre intenzioni.


Qualche giorno fa, un amico (al quale più volte abbiamo cercato di spiegare i concetti alla base della nostra idea di Associazione di Promozione Sociale) ci chiama per esternare un complimento indiretto ai Carabinieri, e che contiene anche una domanda: "sono stato al mare, mi hanno invitato al Lido del Carabiniere: ma lo sai che è bellissimo, mantenuto bene, pulito, economico, il personale professionale e gentilissimo ..., ma forse finalmente ho capito: volete offrire ai Cittadini servizi come quelli riservati ai militari ... ?!

Orbene, in effetti ciò che ci prefiggiamo di perseguire, in un certo senso, ha attinenza con la riflessione dell'amico. L'idea è proprio quella di definire e declinare una offerta 'sociale' elaborata ed erogata con la professionalità, l'esperienza e l'etica che caratterizzano i Carabinieri da oltre 200 anni.


Per quale motivo? Perché ogni giorno, nelle oltre 4.000 stazioni dei Carabinieri dislocate sul territorio nazionale, sono decine i Cittadini che si rivolgono ai Carabinieri, non solo per sporgere denunzie e notizie di reato, ma anche solo per chiedere un consiglio, un suggerimento, a volte (spesso) un aiuto concreto anche per fatti che non sono, propriamente, di 'giustizia' nell'accezione più conosciuta di questa parola. Dunque, tanti sono i Cittadini che chiedono aiuto nei Carabinieri credendo che l'Arma possa risolvere anche alcuni problemi di vita quotidiana della gente; in sostanza potremmo sintetizzare: di problemi di sicurezza e giustizia sociale!?

Questo lusinga il Carabiniere, perché significa che la gente crede, e si fida ancora, nella nostra Istituzione. Tuttavia il Carabiniere in servizio attivo, suo malgrado, non può dare (più di tanto) risposte risolutive concrete.

Ed ecco che la nostra idea si sostanzia proprio nella volontà di poter cercare di 'aiutare' il Cittadino laddove il Carabiniere in servizio, si deve fermare. Mentre l'esperienza del militare in congedo (associata alle competenze ed alle esperienze che nel frattempo ha maturato anche nella vita civile), forse potrebbe aiutarlo, naturalmente nei limiti delle sue effettive possibilità.


A questo punto è necessario una postilla di chiarificazione: "Servizio attivo" significa che il Carabiniere è in forza presso un reparto dell'Arma e percepisce uno stipendio per il suo servizio; un Carabiniere "in congedo illimitato provvisorio" è sempre un militare, che è posto in un congedo che non ha un limite temporale definito, ovvero è interrompibile in caso di "necessità nazionale" (guerra, calamità, ecc) o in caso di successivo reintegro nelle FF.AA., reclutamento o temporanea assunzione. Il congedo assoluto (congedo illimitato assoluto) segna la fine del rapporto tra le FF.AA. e l'individuo; ciò significa che esso non verrà mai più chiamato a prestare servizio nelle FF.AA. in qualsiasi caso. Questo caso si configura quando si sono superati i limiti di età massimi per l'idoneità al servizio o inidoneità permanente al servizio militare incondizionato.


Pertanto, è proprio a partire dalla definizione di "congedo illimitato provvisorio" e dal bisogno del Cittadino di ricevere una forma di assistenza per la sua sicurezza sociale, che si formalizza l'idea di creare una Impresa Sociale formata da Carabinieri in congedo illimitato provvisorio su base volontaria.


Leggendo queste righe, a qualcuno sicuramente verrà in mente la seguente riflessione: "esiste l'Associazione Nazionale Carabinieri, sodalizio che raggruppa i Carabinieri in congedo, voi, se sentite tanto il bisogno di continuare a mettervi a disposizione della Comunità, perché non chiedete di operare attraverso questa Associazione?".

La risposta è semplice, perché è insita nello stesso Statuto dell'ANC che, redatto nel 1928, recita: "L'Associazione, che è apolitica, si propone i seguenti scopi:

a) promuovere e cementare i vincoli di cameratismo e di solidarietà fra i militari in congedo e quelli in servizio dell'Arma, e fra esse gli appartenenti alle alte forze armate ed alle rispettive associazioni.

b) tener vivo fra i soci il sentimento de devozione alla Patria, lo spirito di corpo, il culto delle gloriose tradizioni dell'Arma, e la memoria dei suoi eroici caduti.

c) realizzare, nei limiti delle possibilità, l'assistenza morale, culturale, creativa, ricreativa ed economica a fare degli iscritti e delle loro famiglie. Gli iscritti all'Associazione si impegnano a prestare il proprio concorso in caso di pubbliche calamità o di altre situazioni eccezionali, se richieste dalle competenti autorità."

Dunque, se il Carabiniere in congedo illimitato, ha volontà di definire, progettare, realizzare e promuovere, in autonomia, dei servizi in grado di dare risposta al bisogno (che come abbiamo visto non è 'latente') di innovazione sociale (che diventa sempre più una "necessità nazionale" in un momento di crisi generale che affligge la società in cui viviamo) nell'intento di continuare a mettersi a disposizione della Collettività una volta che non è più in servizio attivo, con l'Associazione Nazionale Carabinieri non lo potrebbe fare con piena soddisfazione dei suoi intenti.


Ma la nostra idea vede, soprattutto, la sua origine nell'analisi dei fattori di cambiamento in atto nella Società.

Il Mondo è in continua evoluzione e si caratterizza per determinanti fattori di Volatilità, Incertezza, Complessità ed Ambiguità: per descriverli è stato coniato il famoso acronimo V.U.C.A.

I Carabinieri (come altre FFAA italiane) hanno recentemente maturato questa consapevolezza. Prendendo spunto dalle esperienze di altre nazioni, recentemente è stato introdotto anche in Italia l'Istituto della "Riserva selezionata", che consiste nell'inserimento in organico di ufficiali di complemento, provenienti dalla vita civile e reclutati su base volontaria in una "Riserva Selezionata".

Ciò perché le gerarchie militari si sono accorte che c'è bisogno di nuove, diverse professionalità e competenze anche nelle FFAA, nella definizione dei nuovi paradigmi di Difesa e Sicurezza per affrontare le sfide dovute ai cambiamenti in atto.


Ecco quindi che siamo arrivati a formulare per noi una domanda.

Se anche le forze armate (che solitamente si caratterizzano per una "logica di pensiero più conservatore") hanno, oggi, maturato la consapevolezza di dover soddisfare il bisogno di impiegare particolari professionalità e competenze (e ci riferiamo, in particolare, a quelle afferenti alle scienze sociali, psicosociali ed antropologiche, cognitive e della comunicazione) per rendere più efficace il loro agire istituzionale in funzione della "difesa e la sicurezza" dei cittadini italiani, ciò può significare che esista lo spazio per creare una organizzazione (composta da militari in congedo e civili che cross-fertilizzano le loro competenze) che si prefigga di dare un supporto ai Cittadini in alcuni ambiti della Sicurezza sociale?


Noi (molti dei quali siamo mossi anche da forte sentimento di generatività sociale) siamo convinti di si! ... e per questo motivo stiamo per iniziare questa nuova avventura.









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